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Intervista a Germano Maccioni

Maestro di cerimonie del MFF 2022

21 Agosto 2022

Al giro di boa di questo MantovaFilmFest 2022, abbiamo fatto il punto della situazione assieme a Germano Maccioni, regista bolognese amico di vecchia data e storico collaboratore del festival, dove presentò il suo documentario Lo stato di eccezione e l’anteprima italiana della sua opera di fiction Gli asteroidi. In questa quindicesima edizione, Germano ha il ruolo di maestro di cerimonie: a lui il compito di accompagnare le presentazioni dei film in concorso (e non solo) assieme ai registi che quest’anno hanno fatto visita al MantovaFilmFest.

Come sta andando questo festival?

"Siamo contenti. La risposta del pubblico è decisamente buona, è bello vedere tante persone che fin dal pomeriggio si mettono in coda oltre che per i film di finzione, fanno la fila  per Salce o per un documentario di cui magari non sanno nulla: è segno che il pubblico ha fame di cinema e al MantovaFilmFest trova nutrimento. Non lo darei per scontato, quindi è un dato di cui fare tesoro per gli anni a venire. Credo ci sia ancora molto margine di miglioramento, per così dire."

Passando ai film, come stanno le opere prime italiane?

“Partiamo da un presupposto: manifestazioni come questa sono linfa vitale, tanto per i registi esordienti quanto per i loro film, perché offrono loro un'opportunità in più di far incontrare i loro lavori con il pubblico, a maggior ragione dopo due anni terribili di chiusure e pandemie. Il festival ci dà la possibilità di fare i conti col fatto che il cinema nonostante tutto non si è fermato. Quanto alle opere in sé, quest’anno notiamo un codice sempre più a cavallo tra cinema del reale e finzione. Si passa da un film visionario e ambizioso come Re granchio a una commedia più classica ma con tematiche e ideali alti come Querido Fidel, a un’opera di grande cura e attenzione visiva con rimandi alla tragedia greca come Una femmina, e ancora a un film che segue la sua protagonista con cura e empatia letteralmente per anni come Californie. Solo per citarne alcuni. Mi sembra un bel segnale di vitalità, almeno dal punto di vista autoriale.”